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Grillo: occorre dare risposte rapide ai malati

Sanità pubblica Redazione DottNet | 11/07/2019 13:58

Va colmato il grande gap che oggi esiste tra l' offerta sanitaria e la reale soddisfazione di una necessità di cura e di salute per le malattie più pesanti e, in parte, per quelle croniche

Mettere a punto un sistema che sia in grado di dare risposte rapide ai malati cronici e non solo. In modo da colmare "il grande gap che oggi esiste tra l' offerta sanitaria e la reale soddisfazione di una necessità di cura e di salute per le malattie più pesanti e, in parte, per quelle croniche". E' l' obiettivo della ministra della Salute, Giulia Grillo, che oggi a Roma, è intervenuta alla presentazione dei risultati della VII edizione del progetto 'La misura della Performance dei Ssr', realizzato da Crea (Consorzio per la ricerca economica applicata in sanità). "Lo sforzo che noi dobbiamo fare, insieme a voi che studiate l' aspetto tecnico- ha detto la ministra rivolgendosi agli esperti del Crea- è quello di costruire un sistema facilmente implementabile, che non ci metta mesi a rispondere alle domande dei pazienti". Grillo ha riferito di aver incontrato ieri le associazioni dei malati, all' interno del programma di confronto con gli attori della sanità per il Patto per la Salute.

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"E' stato il giorno più difficile per me. Troppo spesso siamo concentrati sulla sanità da altri punti di vista, sui principi. Ma dobbiamo sempre ricordare che, fondamentalmente, la sanità riguarda la vita delle persone". Il divario tra i servizi a cui possono accedere i cittadini e le reali esigenza "rimane grande", ha ribadito Grillo. "Oggi, in molti casi, abbiamo raggiunto buoni risultati di presa in carico delle malattie croniche. Ma abbiamo un forte ritardo nel recepire quei cambiamenti piccoli ma fondamentali per la vita delle persone". I malati, ha aggiunto la ministra, "sono solidali tra loro, perché la sofferenza unisce, ma hanno chiare le differenze nell' approccio alla terapia". "Avvertono fortemente queste differenze e le lamentano. Sappiamo che non possono avere un centro specialistico di riferimento in ogni provincia. Ma ce ne dovrebbe essere uno per ogni Regione, anche se spesso non c' è nemmeno quello. Quindi, spesso, il malato è lasciato a se stesso. Lo stesso medico di famiglia, o il pediatra di libera scelta, non ha punti di riferimento certi e univoci, come una rete a livello nazionale".

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